IL VENTENNIO TRA LE DUE GUERRE

Grazie all'infaticabile opera prestata in tempo di guerra, le Infermiere Volontarie, dapprima tollerate, poi accettate con riserva in un ambiente prettamente maschile, si erano meritate sul campo la stima e la considerazione unanime, tanto da divenire ormai parte integrante della Sanità Militare e da poter operare negli ospedali militari che divennero anche scuole per allieve infermiere.

La loro opera si estese anche agli ospedali civili, alle strutture assistenziali quali colonie estive, preventori antitubercolari e antimalarici, ambulatori e assistenza domiciliare.

Grazie a questa intensa attività, i corsi per allieve infermiere ben presto si moltiplicarono su tutto il territorio e con essi la disponibilità del personale mobilitabile.

A partire dal 1935, a seguito della conquista dell'A.O.I (Africa Orientale Italiana) numerose Sorelle vennero imbarcate sulle navi ospedale che raccoglievano i feriti di quelle guerre per ricondurli in patria.

Fu inoltre loro affidata l'assistenza delle famiglie dei coloni che si imbarcavano per raggiungere le nuove terre d'Africa e non molti anni dopo, dovettero accompagnare quegli stessi emigrati nel viaggio di ritorno, quali profughi forzatamente rimpatriati dai nuovi Governi delle ex colonie.

Le Infermiere, inoltre, vennero stanziate negli ospedali militari in Etiopia, Somalia, Abissinia, Libia ed Eritrea dove, oltre alla cura dei nostri soldati, nelle apposite strutture create, provvedevano anche all'assistenza della popolazione civile.

Nel 1936 furono al seguito del contingente di volontari partiti dall'Italia per combattere nella Guerra civile spagnola, una sorta di grande prova per la guerra mondiale che si sarebbe scatenata di lì a pochi anni.

I venti di guerra si evincono dalle foto che ritraggono le Infermiere in esercitazione con le maschere antigas, triste esperienza della prima guerra mondiale.