IL DOPOGUERRA

La fine della guerra significò anche la conta delle Sorelle cadute nell'adempimento del proprio dovere: 18 Infermiere di cui due fucilate dai tedeschi e due decedute in campo di concentramento.

Con l'avvento della Repubblica la carica di Ispettrice Nazionale, ricoperta da Maria Josè di Savoia fino al 1946, divenne vacante e la stessa Regina nominò reggente S.lla Paola Menada che fù poi confermata Ispettrice Nazionale con nomina presidenziale e che dirigerà il Corpo fino al 1976.

Il dopoguerra, tempo di disperazione, di miseria, di macerie, vide il Corpo nella necessità di riorganizzarsi e di stringere le fila.

Gli eventi successivi all'8 settembre del 1943 avevano diviso l'Italia e gli italiani; anche le Infermiere Volontarie avevano dovuto fare scelte di campo, non certo scelte politiche quanto piuttosto contingenti, e dopo la guerra fù riconosciuto alle Sorelle, come ai sanitari del Corpo Militare C.R.I., che il loro agire era stato del tutto conforme ai principi umanitari ed alle Convenzioni Internazionali della Croce Rossa.

Tanti e gravi erano i problemi che in quel periodo affliggevano l'Italia: soldati reduci o dispersi, prigionieri e invalidi di guerra, orfani, scarsità di medicinali, profughi che rimpatriavano dalle ex colonie, alluvioni, epidemie... ma la volontà di ricostruire anche moralmente l'Italia prevaleva su qualunque difficoltà e anche le Sorelle si rimboccarono le maniche per essere ancora una volta presenze silenziose ed efficienti al servizio dell'Umanità.